Sette novembre 1954. Apparentemente una data, lontana, qualunque. Invece siamo dovuti arrivare a quel giorno di 57 anni fa, a Bologna, per trovare l’allora Borletti inciampare contro il Gira, realizzando solo 40 punti, l’unico punteggio minore dei 44 punti segnati a Kazan. Solo in due stagioni, negli Anni 50, l’Olimpia non vinse lo scudetto, la 1954-55 fu una di quelle. L’Italia era ancora un Paese distrutto dalla guerra, il tiro da 3 punti sarebbe arrivato 30 anni dopo, nel basket valeva ancora il pareggio, Fabrizio Frates, il più anziano dei componenti dell’attuale Olimpia, sarebbe nato 5 anni più tardi. Per gli amanti delle statistiche ce n’è per tutti i gusti, anche pensare che questi 44 punti possano portare fortuna. L’ultima volta che l’Olimpia si fermò a 44 fu l’11 novembre 1956 in un vittorioso 43-44 a Cantù, l’anno dello scudetto numero 10. E sempre a Cantù, per tornare in epoca contemporanea, ci fu anche il minor punteggio realizzato con un 47 fatto sempre a novembre, questa volta del 1998, con la sgangherata Sony che perse 59-47 con un Booker da soli 2 punti in 39′. Tra il 1954 e il 2012 solo un’altra volta successe, sempre nel ’98, a Treviso (quota 48). QUANDO a luglio la novella Emporio Armani fu costruita nessuno si sarebbe immaginato di trovarsi a commentare una squadra che negli ultimi 35 giorni ha vinto solo 3 partite su 11 (15 vinte e 16 perse il record totale), tanto più una sconfitta con soli 44 punti realizzati: «È evidente che abbiamo fatto fatica in attacco – dice Scariolo – la difesa di Kazan si chiudeva molto dentro l’area, noi abbiamo preso anche buoni tiri, ma le percentuali sono state troppo basse e quando siamo tornati in partita grazie a una buona difesa, abbiamo lasciato loro troppi rimbalzi». È evidente che il problema non si può circoscrivere solo a questa gara perchè la crisi dell’Olimpia è ben più profonda e non può bastare una buona difesa a salvare le apparenze. L’apatia nella quale sono caduti i biancorossi è preoccupante, Bremer e Hairston non potranno essere i “Messia”, ma avranno un compito importante, quello di ridare il sorriso e la personalità a questa squadra. L’ultimo quarto dei match vinto con Pesaro è quello da cui ripartire. Con il sorriso, provando a correre a mille all’ora, con la voglia di divertirsi, perchè una squadra triste non può piacere a nessuno.
(Sandro Pugliese)
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