Sono le parole usate da coach Sergio Scariolo negli ultimi dopo gara a preoccupare. Se si fa il collage delle dichiarazioni dei match seguiti alla vittoria di Belgrado, l’analisi è spietata: a Cantù «la squadra era svuotata dopo il successo al Pionir di quattro giorni fa», a Teramo «quando si è alzato il livello emotivo della partita siamo andati in difficoltà», con Treviso «fati- chiamo in personalità», senza toccare i due successi casalinghi con Avellino e Roma (+3 in totale), dove rispettivamente un primo e un ultimo quarto disastroso stavano mettendo a repentaglio il risultato. Ma se si pensa che quest’estate l’EA7 era la squadra che prendeva il coach campione d’Europa, un paio di giocatori che avevano appena vinto l’Eurolega, altri che avevano fatto i protagonisti nel vecchio continente e si faceva fatica a trovare un acquisto su cui fare le pulci non tronano. L’EA7 sembra una squadra di ragazzini impauriti che al primo alito di vento si disunisce. La qualità del gioco non aiuta, ma il problema è più grave, la vittoria di Belgrado invece che dare certezze ha steso la squadra. Alla Nasa direbbero «Houston, abbiamo un problema». Forse, nonostante il secondo posto, dovrebbero dirlo anche a Milano. Nell’ambiente milanese non basta vivacchiare, il fatto che Siena a Cantù facciano fatica è solo una toppa su un vestito sgualcito. Con il senno di poi è semplice, ma con le vittorie alla portata con Teramo e Treviso, l’Olimpia avrebbe chiuso al primo posto l’andata. Sarebbe stato un segnale di forza che avrebbe coperto più di una magagna, invece niente. Il rischio è che adesso anche Hairston, fuori per infortunio, sia atteso come il salvatore della patria, cosa che non farebbe che aumentare i problemi di una squadra i cui “top player” sono in preda a una totale ignavia cestistica. E per la prima volta, dopo la sconfitta con Treviso, (l’unica interna in A), la squadra è uscita tra i fischi, tendenza opposta agli applausi di un mese fa. Domenica ostica trasferta a Biella, l’Olimpia può arrivare prima come quarta in vista della Coppa Italia. La domanda è una sola: arriverà una reazione? (Sandro Pugliese)
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