Certo non basta una partita per tirare le somme, ma la prova di forza che ha fatto la nuova Emporio Armani nel terzo quarto contro Varese ha destato sensazioni ormai lontane nel tempo. Il maxi break che in un attimo ha portato dal +4 al +18 (fino al +21 di inizio ultimo periodo) non sembra essere stato il classico momento in cui entrano tutti i canestri, in cui gli avversari mollano la presa e la partita si spacca in due. I tre minuti di “onnipotenza” dell’Olimpia (sommati ad altri sprazzi qua e là) a Milano non si vedevano dai tempi d’oro degli Anni 80 per la forza devastante tecnica e fisica con cui sono stati ottenuti. A inizio ripresa il quintetto Cook, Nicholas, Mancinelli, Fotsis e Bourousis ha attaccato la spina per vincere, Varese non ha avuto scampo nonostante l’ottimo atteggiamento per tutto l’incontro. Il segnale più chiaro è stato l’alley oop volante, da metà campo, Cook-Fotsis. Se questa Olimpia crede in sé può volare. «Nei primi minuti c’era l’emozione dell’esordio, giocatori esperti sembravano debuttanti – ammette coach Scariolo – poi abbiamo trovato l’atteggiamento giusto, tanti errori sono venuti soprattutto dalla scarsa conoscenza reciproca. Ci sono tanti margini di miglioramento, manchiamo ancora di continuità. Intanto siamo riusciti a coinvolgere tutti, nessuno ha giocato meno di 10 minuti, un buon segnale». SABATO l’Olimpia torna in campo a Pesaro e Scario vuole progressi: «Dobbiamo aumentare la concentrazione nell’attacco a metà campo e crescere nell’aggressività difensiva per forzare gli errori dell’avversario. Dobbiamo fare costanti passi avanti». Il match di Pesaro potrebbe essere l’occasione anche per vedere ancora di più Danilo Gallinari, accolto da una standing ovation, in campo per soli 13′ (ma con 12 punti a segno e leadership naturale), fermato un po’ da un risentimento inguinale: «Avrebbe potuto tirarsi indietro, non rischiare vista la sua situazione contrattuale, invece ha voluto farlo perchè ci tiene veramente. Il suo è stato un buon contributo dalla panchina, in campo potrà darci ancora di più». (Sandro Pugliese)
Lascia un commento